Quante volte ce lo siamo chiesti: ma i bambini sognano? Cosa vedono nelle loro immagini oniriche, e come fare ad interpretare qualcosa che, soprattutto nella prima infanzia, viene difficile – se non impossibile – da raccontare dai piccoli di casa? I sogni e i bambini sono legati tra loro fin dalla primissima infanzia, quando questi ultimi, seppur ancora non in grado di esprimersi con chiarezza, elaborano nei loro letti la quotidianità vissuta sotto forma di visione notturna; possono presentarsi incubi, o anche “sogni d’oro”, che si svelano chiari nella testa del bambino, lontani dalla simbolicità tipica dell’adulto. Ma cosa guardano i bambini quando sognano?
Come sono i sogni dei bambini, e quando iniziano a sognare?
Ai più non sembra possibile che delle creaturine così piccole possano sognare già nei loro primissimi istanti di vita, ma il sogno, in quanto fondamentale per la costruzione delle consapevolezze personali, ci accompagna fin dalle nostre prime settimane fuori dall’utero materno. I bambini iniziano a sognare fin da piccolissimi, seppur la complessità degli stessi tende ad arrivare con il tempo, con la crescita, in un rapporto progressivo con l’uscita del bambino dalla fase dell’infanzia.
Se vi state chiedendo dunque come sono i sogni dei bambini, si può affermare come questi siano tendenzialmente statici, dalla durata solitamente breve, e dal contenuto chiaro, comprensibile prima di tutto alla mente del piccolo sognatore. C’è coerenza in quel che accade di notte nella testa dei piccoli umani, il sogno scorre fluido e i riferimenti sono, per loro, di immediata comprensione, spesso aderenti alla quotidianità vissuta nella stessa giornata appena trascorsa.
Il genitore, o l’adulto che accudisce il bambino, per comprendere il tenore del sogno appena visualizzato dal proprio piccolo deve osservare le sue reazioni al risveglio, ed essere in grado, attraverso l’ascolto empatico del suo stato d’animo, di comprendere se il sonno sia stato accompagnato da immagini oniriche rassicuranti o, al contrario, attanagliato dagli incubi. Nei primi mesi di vita, questo è l’unico metodo applicabile per comprendere i sogni dei bambini. Con la crescita sopraggiungono invece dei racconti sommari mattutini, a volte fedeli al sogno vissuto, altre volte completati da dettagli di fantasia.
Veicolare il tenore del sogno fin dai primi giorni di vita è dunque importante per agevolare il benessere onirico del bambino. Minacce, storie cupe prima di addormentarsi, esperienze poco piacevoli vissute sul finire della giornata, non agevolano i sogni dei bambini, traducendosi spesso in incubi notturni. Dolci ninna nanne, coccole, riti piacevoli e rilassanti prima di mettersi a letto sono da preferirsi, per fare in modo che i piccoli non siano condizionati in negativo nelle loro immagini sognate.
I bambini e i sogni: simboli e figure ricorrenti nelle varie fasi dell’infanzia
I primi racconti dei loro sogni che i bambini riportano avvengono verso i 3 anni di vita, quando raggiungono un grado tale di padronanza lessicale da poter elaborare con semplicità e chiarezza verbale le immagini notturne. Si nota quanto i sogni dei bambini rappresentino il più delle volte esigenze basilari, fame o sete, o rappresentino situazioni vissute nel quotidiano e rivissute con buona fedeltà. Frequenti sono poi le figure animalesche (già presenti fin dalla primissima infanzia) che spesso si sostituiscono simbolicamente a figure umane, il più delle volte relative agli affetti più prossimi – genitori, familiari.
Almeno fino ai 5/6 anni la durata dei sogni dei bambini è inferiore a quella degli adulti, i contenuti emotivi sono scarsi e il racconto diurno è spesso arricchito da particolari di fantasia, in realtà mancanti nell’immagine onirica. Con la crescita tende ad allungarsi anche la durata, ma le prime connotazioni emotive arrivano soltanto intorno ai 5/7 anni; è in questo fase della crescita che i bambini e i sogni si avvicinano maggiormente all’universo degli adulti. Il sognatore diventa dunque protagonista del proprio stesso sogno, e produce mentalmente una maggiore complessità generale, con la costruzione dei primi scenari e con una prima elaborazione in forma simbolica di esperienze ed emozioni vissute.
L’emotività sopraggiunta nel sonno dei bambini tende a veicolarsi in forma di figure soprannaturali, a volte spettrali, che si fanno carico delle emozioni personali del sognatore e ne riportano la loro rappresentazione. È frequente, in questa fase dell’infanzia, sentir raccontare di sogni in cui il bambino si senta immobilizzato, o sia costretto a scappare, o anche vittima di minacce. Nonostante questo, i bambini e sogni tendono a vivere un rapporto sereno, con l’esposizione di problematiche e preoccupazioni che si innestano in un contesto onirico tutto sommato piacevole.
Fino ai 6/7 anni gli animali continuano ad essere tra le figure principali ad essere visualizzati nei sogni dei bambini; successivamente si ha un progressivo abbandono degli stessi, che cedono il passo ad una maggiore ricchezza d’ambientazioni che riportano la cresciuta consapevolezza del bambino rispetto al mondo in cui vive. Anche dopo gli 8 anni, e fin oltre l’adolescenza, la quotidianità accompagna i bambini nei sogni, con riferimenti familiari e scolastici che appaiono in forma di immagine notturna. Tuttavia non vi è un riepilogo fedele della giornata, come invece accade nei primi 3/4 anni di vita, ma una rielaborazione complessa intrisa di proiezioni, e con un simbolismo via via sempre più complesso.
I sogni dei bambini nell’età della consapevolezza: cosa sognano dopo gli 8 anni?
Abbiamo detto che, crescendo, la consapevolezza dei sogni nei bambini tende aumentare, così come migliora la complessità e si arricchisce il simbolismo, tanto che l’interpretazione onirica tradizionalmente utilizzata per gli adulti può essere impiegata anche con loro.
A partire dagli 8 anni, e fin verso l’adolescenza, gli incubi, fortemente presenti nella primissima infanzia, tendono a rarefarsi, rappresentando solo 1/3 del totale dei sogni dei bambini. Il sognatore, in questa fase, oltre a visualizzare proiezioni elaborate della propria quotidianità di cui al risveglio sa rendersi conto, riesce ad effettuare anche l’operazione contraria: di giorno, si rende conto di come il quotidiano (e i media che lo invadono) possa condizionare i suoi sogni. È tipico osservare un bambino evitare un’immagine particolarmente cruda, spaventosa o violenta, specie a tarda sera, prima di andare a letto, consapevole come questa possa essere rielaborata di notte in forma di incubo; questo meccanismo contribuisce alla costruzione dei tanto agognati “bei sogni”.
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