In quasi tutte le culture sciamaniche viene attribuita una grande importanza agli animali. Essi, di solito, sono delle potenti guide spirituali che aiutano gli uomini sia nella loro vita terrena sia nell’aldilà. I Celti, in particolare, credevano che gli animali fossero dei loro alleati e ogni differente gruppo etnico si identificava con un animale specifico. La loro convinzione più radicata era di discendere direttamente dall’animale e quindi di possederne le qualità peculiari.

Il cavallo, per i Celti, aveva dei significati molto forti ed era estremamente popolare. Ora cercheremo di scoprire insieme qualcosa di più sul suo conto e di capire meglio cosa simboleggiava.

Il cavallo nella cultura celtica

Introduzione

Per la cultura celtica tutto ciò che era naturale acquisiva una grande importanza. Tutte le componenti del mondo, anche quelle senza vita, possedevano un’anima ed avevano funzioni ben precise. Le montagne, i laghi, i boschi ed altri siti naturali erano spettacolo di rituali e venerazioni. Ogni essere, vivente e non, meritava rispetto e attenzione.

In questa prospettiva è facile capire l’importanza che rivestivano gli animali. Il cavallo, in particolare, è un simbolo di potere, prestigio e velocità.

Il cavallo nella numismatica

Questo animale è il più rappresentato in assoluto nelle monete celtiche del I-II secolo a.C. Solitamente veniva raffigurato come una giumenta molto magra nell’atto di allattare un puledro oppure come un giovane cavallo che traina un carro rivolgendosi con la testa all’indietro per guardare l’auriga, solitamente una donna.

La donna in questione, ovvero l’auriga, è la raffigurazione di varie dee differenti in base alle culture. Di solito rappresentava le dee irlandesi Etain Echraidhe Niamh dalle Trecce Bionde, Macha e Rhian Gabhra, o la dea gallese Rhiannon oppure la gallica Epona.

I significati

Il cavallo può essere un simbolo tanto positivo quanto negativo. La sua velocità e la destrezza lo vede come ponte fra due mondi: quello della vita e quello della morte. Il fatto che venga spesso raffigurato con varie incarnazione della Dea Madre indica che è un simbolo complesso e pieno di contrasti. Esso può essere creatore e distruttore, luce e buio.

Il cavallo è legato alla terra, all’acqua, al continuo ciclo di rinnovamento delle vegetazione e delle stagioni. Per questo motivo è anche un simbolo di fertilità ed è legato al grano. Spesso questo animale veniva sacrificato agli dei per avere un buon raccolto e una vita prospera.

Cavallo bianco e cavallo nero

Il suo contrasto è dettato anche dalla cromaticità del cavallo. Quando è bianco simboleggia la luce ed è legato al sole e alla nascita del giorno.

Quando è nero, di conseguenza, rappresenta la notte, la morte e la distruzione. Un altro aspetto del cavallo è legato ai sogni. La sua parte oscura, infatti, indica anche la divinazione e il mondo onirico. E’ curioso notare come, nell’inglese moderno, la parola “incubo” sia “nightmare” che tradotto letteralmente significa “giumenta della notte”. Probabilmente la cultura celtica ha influenzato il vocabolario inglese fino ai nostri giorni.

Il cavaliere diviso tra bene e male

Per capire ancora meglio i contrasti del simbolo del cavallo si può fare riferimento anche ai cavalieri che li cavalcano. Il cavaliere, esattamente come il suo destriero, ha un destino ambivalente. Da una parte semina morte e distruzione, combattendo terribili battaglie per i propri scopi. Dall’altra è paladino della giustizia sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno.

Una concezione profonda

Già ai tempi dei Celti l’umanità aveva capito che nulla è perfettamente divisibile tra bene e male. La luce esiste solo se c’è anche l’oscurità e viceversa. Qualcosa di positivo si può trasformare in negativo, nulla è netto e immutabile ma bensì ricco di molte sfumature differenti.