Il simbolo del cuore, così fortemente immerso nell’immaginario comune, per la sua forma semplice e stilizzata, a richiamare l’amore, la passione e il desiderio, ha in realtà un’origine che non è altrettanto chiara per gli studiosi; molteplici sono i richiami storici che fanno riferimento allo stesso simbolo, con radici arcaiche che attraversano luoghi, popoli e culture molto diverse tra loro.
Perché il simbolo del cuore è così importante per noi?
La particolare attenzione che, nel tempo, il simbolo del cuore ha ottenuto, è frutto della storica ignoranza che ha portato molti popoli antichi, per decenni, a sostenere come questo fosse la sede della mente umana; non nel cervello dunque, ma nel cuore, inteso come organo del corpo, si pensava fossero custoditi pensieri, emozioni, raziocino e sentimenti. Un’interesse atavico verso il motore pulsante della nostra vita che non ha smesso di essere tramandato, trovando nel tempo un’accentuazione dell’accostamento al sentimento amoroso e passionale.
Un’interesse che fonda le sue radici nella storia, che ha attraversato indenne lo scorrere degli anni e che ha rafforzato sempre più la sua simbologia. Questo nonostante gli studi di anatomia ci abbiano portato a conoscere meglio la vera forma del cuore umano, ben lontana dalla famosa icona estremamente stilizzata con cui tendiamo a disegnarlo; un simbolo che ha dunque conquistato un significato tutto suo, riconoscibile attraverso un senso, uno stile, un colore, ma soprattutto un significato: quello dell’amore.
Perché il cuore ha quella forma e quel colore? Il segreto del legame con l’amore
Come scritto poche righe fa, il significato del simbolo del cuore è da ricercare nell’idea che si aveva del pulsante organo umano, ritenuto il centro della mente e delle sue emozioni; a ben guardare l’icona, però, questa risulta invece essere molto lontana dalla conformazione fisica che il cuore umano ha. E allora, una domanda sorge spontanea: perché il cuore ha quella forma?
La forma del simbolo del cuore non ha una sua spiegazione chiarissima; si sa che vuole rappresentare l’organo umano e che, probabilmente, ad esso si ispira, ma sono in molti a sostenere come, in realtà, il vero riferimento fisico vada cercato nel cuore delle mucche, il quale è in effetti piuttosto simile al tipico disegno.
Andando più indietro nel tempo, altre interpretazioni fanno risalire il disegno del cuore al modo di rappresentazione utilizzato dagli egizi per rappresentarne il concetto, il quale, a sua volta, dovrebbe ricalcare un seme di silfio, pianta ormai estinta dalle riconosciute proprietà anticoncezionali. Amore e passione, dunque, ma anche sesso, espressione massima dei due sentimenti, in questo caso inteso come “libero” dall’esigenza di procreazione in favore della liberazione del desiderio. Lo stesso simbolo appare più volte in geroglifici egizi posti a rappresentare la sessualità, così come la stessa pianta al cui seme l’icona si ispirerebbe era uno degli strumenti prediletti per il controllo delle nascite nell’antica civiltà nordafricana.
Il simbolo del cuore, con molta probabilità, si legava dunque al sesso e all’amore già ai tempi degli egizi. Secondo un’interpretazione più esplicita, la tipica forma dell’icona del cuore dovrebbe essere addirittura derivazione di una stilizzazione del monte di venere, o, più direttamente, di una vulva, che dunque accentuerebbe ancora di più il legame dell’immagine con la carnalità sessuale; e se è vero che quest’ultima può esistere senza amore, è altrettanto vero che la sessualità non può essere scissa dalla passione. E la passione è uno dei fondamenti dell’amore.
Allo stesso modo, il colore rosso, tipico del cuore, ha una natura ibrida. Da una parte vi è una fedeltà alla tonalità del sangue nella realtà, ma il colore si lega anche al significato attribuito in molte culture, dove è posto ad indicare amore e passione.
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