Piccolo mammifero appartenente alla famiglia degli Erinaceidae, il riccio comune desta nel collettivo immaginario una sorta di reticenza nel toccarlo, o solo sfiorarlo, per il suo manto ricoperto di aculei pungenti. Sebbene, si possa pensare che questo piccolo mammifero sia aggressivo e possa cagionare solo danni e mali; in effetti, non è così.

Il riccio non è assolutamente maligno o aggressivo, è un grazioso animaletto molto “timido” che vive indisturbato e protetto in tutto il continente europeo ad eccezione delle aree più a nord.

Per quanto concerne i rapporti con l’uomo, il riccio nell’antica Roma, era allevato per la sua carne ed il pelo del dorso, gremito di aculei pungenti, veniva utilizzato per cardare la lana e come elemento dei frustini.

Attualmente il riccio è una specie protetta dalla normativa italiana, pertanto non si può né cacciare, né detenere in cattività. Purtroppo, ogni anno vengono uccisi accidentalmente tantissimi ricci: sul manto stradale si possono rinvenire tantissimi esemplari di Erinaceus morti, uccisi durante le ore notturne dal transito delle auto incuranti.

In questa guida focalizziamo l’attenzione su quali siano i simboli ascrivibili ai totem con questo animaletto, quali i significati nel tatuarsi un riccio e, per prima cosa, quale sia la biologia e la vita del riccio. Le abitudini del riccio ed il suo comportamento sono rilevanti per capire quali significati e simboli siano da attribuire al riccio comune.

Biologia del riccio: animale notturno

Il riccio comune è un animale esclusivamente notturno: lo stesso manto ricoperto da aculei pungenti permette di capire come debbano essere utilizzato dal riccio per difendersi dai predatori, che si aggirano negli habitat durante la notte.

Nonostante il riccio sia  un animale goffo e generalmente si muova lentamente come se fosse una tartaruga, il riccio è in grado di correre velocemente, ecco perchè è un ottimo nuotatore.
Durante la vita diurna, il riccio si riposa tranquillamente nella sua tana, una cavità scavata nel suolo nel sottobosco, fra i tronchi degli alberi e le foglie secche cadute. Durante le ore notturne esce alla ricerca di cibo, non teme di attraversare spazi aperti e di incontrare predatori, in quanto è ben protetto dal suo manto ricoperto di aculei.

Quando un riccio incontra un possibile pericolo, la sua primissima reazione non difendersi ma, immobilizzarsi ed iniziare a preparare la sua “corazza” ricoperta dagli aculei sul dorso.

Se il predatore lo sfiora, il riccio si “appallottola” e, grazie ad una fascia muscolare sulla schiena, si rende un’impenetrabile cortina di spine. Tuttavia, questa strategia tattica e bellica non funziona con le furbe ed astute volpi rossi che, urinandovi sul riccio appallottolato, lo costringono ad uscire dalla sua corazza e, dalle auto incuranti che lo travolgono uccidendolo (specie di notte).

Simboli e significati Totem riccio: calma e pazienza

I nativi americani adoravano e custodivano il totem del riccio, il quale incarna un grande potere simboleggiato dagli aculei che possiede sul suo manto e che può trasformare in una corazza, uno scudo attraverso il quale difendersi dai predatori.

Il totem riccio è emblema anche della calma: nel suo viaggiare di notte tranquillamente per cercare il cibo, il riccio si muove con pazienza e calma. Questo esprime che chi ha un totem riccio, nella propria interiorità, ricerca la calma e la pazienza.

Riccio come emblema della fertilità

Il riccio comune è anche l’emblema della fertilità e della fecondità: si pensi a come il suo ventre striscii sulla Madre terra e questo contatto sia considerabile come simbolo della sua connessione con la terra e con tutto ciò che è fertile. Nell’Asia centrale, il riccio è viene associato all’abbondanza del raccolto, alla fertilità di Madre Natura.

Il riccio come emblema del potere e dell’intelligenza

Il riccio è un animale potente: nelle tribù native americane, il potere del riccio è rappresentato dalla sua resistenza al veleno del serpente. I Greci ed i Romani attribuivano intelligenza a questo animale come testimonia il fatto che si rotoli sulle foglie di vite per “rubarle” come cibo.