Il calderone celtico può essere considerato come il perno attorno cui gira l’apparato simbolico della mitologia celtica. Tra le culture indoeuropee, i Celti non solo avevano una forte cultura religiosa politeista, ma davano anche molta importanza alla magia. Le loro leggende sono, difatti, costellate da personaggi del calibro di Artù e Merlino, diventati icone simboliche di un mondo di incantesimi e creature mitiche. Oggi l’attenzione sarà riposta sul magico calderone. Che valore aveva per i Celti? Che uso ne veniva fatto? Quali significati e simboli incarna? Queste e altre risposte nel nostro articolo.
Com’era fatto il calderone magico
Il calderone è lo strumento per eccellenza dell’arte magica. Al suo interno si producono i sortilegi che hanno il potere di trasformare la realtà. Viene considerato una fusione dei quattro elementi di Acqua, Fuoco, Arie e Terra. I Celti ne facevano il protagonista dei rituali, tipicamente celebrati in occasione dei solstizi ed equinozi. La finalità era raccogliere offerte, petizioni, simboli, e bruciare in esso tutto ciò che si voleva allontanare dalla vita terrena.
Secondo la tradizione, il calderone è fatto di ferro e si appoggia su tre piedi. Il primo simbolo che troviamo sta proprio nella sua stessa conformazione. Si tratta, infatti, di un’allegoria della trinità della Grande Dea. La Giovane, vergine e pura, è simbolo del nuovo inizio. La Madre, fertile e feconda, rappresenta la vita nel suo pieno sviluppo. La Vecchia è simbolo di saggezza, delle esperienze e conoscenze accumulate durante l’esistenza che sta per giungere al termine. Si tratta, quindi, di una rappresentazione ciclica dei tre passaggi di nascita, vita e morte.
Una tradizione da scoprire
Tralasciando per un attimo le sue caratteristiche prettamente fisiche, passiamo ora ad analizzare la fitta rete di significati e valori associati a queste antiche pratiche rituali. Cuore dell’alchimia, il calderone celtico simboleggia innanzitutto i momenti di grande passaggio. Rinnovamento, cambiamento, resurrezione, consacrazione, sono tutti fenomeni e processi che hanno piena attinenza con le trasmutazioni realizzate in questo magico recipiente.
Nelle leggende e storie popolari ed epiche, il calderone apporta benessere al suo proprietario. La condizione necessaria, però, è che sia puro di cuore. Senza questa purezza, difatti, la magia del calderone non si può attivare e qualsiasi tentativo sarà vano. Per chi sa usarne la magia in modo positivo, il calderone assurge a simbolo di abbondanza. Può dare cibo, ricchezza e anche restituire la vita.
Tra storia e leggenda
Presunte proprietà magiche a parte, del calderone celtico abbiamo un vero e proprio reperto archeologico. Si trova nel Museo Nazionale Danese, nella capitale Copenhagen. Il suo nome è Calderone di Gundestrup e risale all’antica Età del Ferro, approssimativamente alla fine del II secolo a.C. Realizzato in argento dorato e decorato con motivi del mondo animale e vegetale, è un ottimo esempio dell’importanza rituale di questo utensile.
Chissà se la sua storia è veramente collegata al famoso Libro di Tailesin, che deve il nome al suo autore. Conservato nella Biblioteca Nazionale del Galles ad Aberystwyth, datato XIV secolo, è una collezione di poemi epici gallesi. Tra questi spicca la criptica poesia chiamata Preiddeu Annwn, che racconta di un leggendario viaggio del Re Artù nell’Oltretomba. Qui verrebbe omaggiato con il done di un Calderone Magico, per molti precursore del cristiano Santo Graal.
Un gran numero di calderoni celtici sono stati trovati sui fondali dei laghi del nord. Una coincidenza, o forse no, vista la profonda connessione del calderone con l’elemento Acqua. In occasione dei sacrifici, infatti, questo oggetto dalle valenze magiche veniva gettato in un lago. Il significato era simbolico: augurare un nuovo inizio. In quale luogo migliore se non nell’acqua, fonte di vita e inizio di tutte le cose. Quest’immagine era così importante per i Celti che gli stessi mari e oceani erano considerati come enormi calderoni.
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