I Dolmen e i Menhir sono monumenti antichissimi, risalenti alla preistoria, estremamente misteriosi. Le loro funzioni, ancora oggi, non sono chiare ma su di essi sono state create molte ipotesi. Quella più accreditata è che siano porte di accesso al mondo degli dei create dagli uomini per mettersi in contatto con il divino. Il complesso più famoso di Dolmen e Menhir è Stonehenge (letteralmente “pietra sospesa”) in Inghilterra, ma queste meravigliose e incredibile costruzioni sono presenti in ogni angolo della Terra, dall’Europa fino all’Asia (luogo in cui sono state utilizzate per molto più tempo).
I Dolmen
L’etimologia di questa parola è molto complessa. Proviene dal bretone antico e unisce i termini “t(d)aol” letteralmente “tavolo” e “men” che significa “pietra”.Tuttavia la parola, essendo coniata, non è di reale origine bretone. Alternativamente si possono trovare riferimenti alla parola “dolmen” nella lingua celtica parlata in Cornovaglia. L’origine di questa parola, quindi, non è certa.
Ma passiamo alle cose più importanti. Cos’è un Dolmen? E’ un complesso di pietre che forma una sorta di piccola casa. I Dolmen, oltre a questo, possono presentarsi in molte varianti. Possono essere “case enormi” formate da 4 o 5 pietre, corridoi interni e numerose stanze, oppure più piccole composte unicamente da 3 pietre e un’unica stanza, alte o basse, fino ad arrivare ad essere così basse da sembrare degli altari (questo, probabilmente, è dovuto al corrodersi della pietra nel corso dei secoli).
Secondo alcune ipotesi i Dolmen venivano utilizzati come monumenti funerari e per contenere i corpi sepolti di persone comuni, a volte molte persone appartenenti a secoli diversi nello stesso Dolemen. Nei Dolmen più grandi, e di conseguenza più prestigiosi, di solito si trovavano poche persone sepolte, probabilmente appartenenti a ranghi elitari. Un’altra ipotesi molto accreditata è che servissero come luogo di culto per venerare gli dei.
Probabilmente tutte e due le teorie sono corrette e i Dolmen hanno svolto ambedue le funzioni in tempi diversi con il passare dei secoli.
Una particolarità è che all’interno di alcune di queste costruzioni sono stati ritrovati dei disegni, principalmente figure geometriche di colori differenti come rosso e nero. Questo sottolinea l’importanza dei Dolmen nella cultura dei loro costruttori.
I Menhir
La parola “menhir” ha anch’essa derivazione dalla lingua britannica antica. Come per la precedente è costituita da due parole ben distinte: “men” che significa “pietra” e “hir” che significa “alto”. Un Menhir è solitamente una pietra dalle dimensioni variabili (dagli 80 centimetri a più di 10-11 metri) piantata nel terreno in posizione verticale.
Il loro scopo originale (cioè quello dei costruttori del paleolitico) non è chiaro. Sappiamo solo l’utilizzo che ne fecero in epoche successive alcune popolazioni.
In Bretagna,ad esempio, venivano utilizzati dai celti per calcolare l’ora o i solstizi, estremamente importanti nel mondo celtico legato alla natura e ai suoi cicli. Una teoria, seppur dubbia, afferma che i Menhir, posizionati in cicolo, potessero costituire una primitiva forma di osservatorio astronomico.
Sono stati trovati numerosi resti di Menhir in molti luoghi del mondo e il più famoso, nonchè più grande del mondo, si trova in Francia e raggiunge i 20 metri di altezza.
La porta al mondo degli dei e le energie per i celti
Prima abbiamo accennato che Dolmen e Menhir potessero costituire una porta magica di accesso al mondo del divino. Secondo i celti, infatti, gli dei erano raggiungibili tramite dei portali e bastava costruirli (o trovarli) per potersi mettere in contatto con il divino.
I Menhir, in questa ottica, venivano utilizzati come “riceventi” di messaggi divini. La loro forma ad obelisco espansa verso l’alto serviva per attrarre le informazioni che il cosmo inviava e portarle sulla terra. Di conseguenza avevano anche azione contraria: ricevevano informazioni dal mondo terreste e le trasmettevano al divino. Questo spiegava, secondo i celti, la loro particolare forma e ha molta attinenza con il pensiero di questa popolazione. I Menhir, inoltre, rappresentava la forza maschile in grado di unire elementi diversi.
I Dolmen, invece, servivano per incanalare le correnti di energia positiva e per poterla utilizzare. Sedere all’interno di un Dolmen consentiva di “ricaricarsi” di energia divina, di guarire e di continuare la propria vita con spirito rinnovato. I Dolmen, al contrario dei Menhir, rappresentavano l’energia femminile della fertilità, dell’abbondanza e del saper donare.
Non solo celti e bretoni
Bisogna considerare che i Celti utilizzavano Dolmen e Menhir ma non ne erano i costruttori. Questa credenza errata si è sviluppata intorno al XIX ad opera di ricercatori che, presi dal’entusiasmo, fecero un’ipotesi errata. Queste costruzioni risalgono ad epoche precedenti, alcune di esse addirittura al paleolitico e molte altre al III secolo avanti Cristo, circa nell’età del bronzo e agli albori della scrittura. La popolazione celtica, fiorente invece nella successiva età del ferro, trovò queste costruzioni e le riutilizzò adattandole alle proprie credenze religiose. Molte fonti riportano notizie errate in cui il “merito” di queste enormi costruzioni viene attribuito unicamente ai celti.
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