In sanscrito vuol dire “cerchio”, un insieme di simboli indicanti la perfezione, l’unità, la completezza e l’eternità, e ciò spiega il motivo per il quale il mandala assuma un ruolo di tutto rispetto all’interno di ogni cultura.

Adoperati per focalizzare l’attenzione e favorire la concentrazione, nonché per creare l’ordine interno, i mandala rappresentano uno strumento per ascoltare maggiormente sé stessi e per esprimersi totalmente. Come simbolo dell’ordine cosmico e psichico, sono una sorta di “bussola” per guardarsi dentro, per compiere un viaggio nelle parti più profonde del proprio “io”, risvegliando quelle più assopite, sia del corpo che della mente.

Attraverso quest’esplorazione interiore, che elimina qualsiasi “fuga” della mente, i mandala mettono in evidenza il percorso da seguire per raggiungere l’illuminazione, per conquistare  l’equilibrio.

Come quelli di tutte le tradizioni, anche i mandala celtici costituiscono una modalità per entrare in contatto con le proprie origini, per scoprire quelli che sono i desideri più nascosti, e per giungere, dunque, ad uno stato superiore di coscienza. I simboli celtici, difatti, favoriscono una maggiore consapevolezza di sé stessi, stabilizzano la mente, consentono il recupero dell’equilibrio, sia interno che esterno, e consentono la comunione con lo Spirito Divino. Ed ancora, i mandala celtici costituiscono un mezzo per raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sullo stile di vita del popolo celtico, un popolo dalla spiccata spiritualità, oltre che dall’ottima organizzazione politico-amministrativa.

Triquetra

Tra i mandali celtici, la triquetra (dal latino tres, che vuol dire “tre volte”, e quetrus, che significa “fatto ad angolo”) è perfetta per la meditazione: concentrando la propria attenzione al centro del simbolo, passando dalle tre “gambe” esterne, sarà possibile entrare in contatto con l’Universo, divenendo una sola cosa con la sorgente del potere.

Si tratta del segno che probabilmente più di ogni altro meglio rappresenta il profondo simbolismo associato al numero Tre, che da sempre ritenuto il numero divino per antonomasia, tuttora è visto come “numero perfetto”. In relazione a detto legame, la triquetra assume significati differenti a seconda del contesto, cristiano o pagano, in cui si trova: nel primo caso esprime il concetto della Trinità divina, nel secondo, invece, è maggiormente “ancorata” ad aspetti “terrestri”, indicando le tre forze naturali principali, ossia Terra, Acqua ed Aria.

Nell’aspetto prettamente spirituale, la triquetra simboleggia i tre gradi evolutivi dell’esistenza, cioè vita, morte e rinascita, mentre dal punto di vista matematico essa può considerarsi una forma geometrica riconducibile ad un intreccio formato da due nodi: si ottiene intrecciando in modo non semplificabile un nodo a trifoglio ed una curva chiusa semplice (cerchio, o nodo banale).

Spirale

La si può trovare praticamente ovunque nelle rovine del popolo celtico, quale decorazione di oggetti e suppellettili varie. Tra i mandala celtici, la spirale probabilmente è il simbolo presente più di ogni altro e quello di maggiore impatto, rappresentando la consapevolezza interiore e l’espansione del pensiero: essa infatti, dal punto di vista spirituale, indica il percorso che porta dalla coscienza esterna all’anima ed alla parte interna di sé stessi. E questo “movimento” tra l’esteriorità e l’interiorità è “documentato” dagli anelli che compongono la spirale, anelli che assurgono a simboli evolutivi sia del singolo individuo che della collettività tutta.

La spirale, in altri termini, è una sorta di “invito” ad allontanarsi dal materialismo per cercare una nuova dimensione, quella parte di mondo cioè non tangibile, non visibile, al di là di ciò che a tutti è noto. Un cammino, questo, che consentirà una maggiore crescita personale ed una maggiore comprensione della propria anima. Considerata sotto l’aspetto della rinascita o della crescita, la spirale può inoltre essere emblema della coscienza della natura, partendo dal centro che va aumentando verso l’esterno, a seconda del senso di rotazione che prende la spirale stessa o del punto di vista da cui la si guarda.

Nodo

Come anticipato ad inizio trattazione, il popolo celtico, oltre a un ben delineato assetto politico-amministrativo, possedeva una spiccata spiritualità, vera e propria base della sua cultura. Per i Celti la vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità; il corpo fisico indicava solo un momento di passaggio, una fase nella vita di ciascun individuo, così come la morte rappresentava esclusivamente il “lasciar andare” l’energia vitale in altre forme.

All’interno di questa visione, i nodi sono mandala raffiguranti la continuità della vita, il perenne avvicendamento di giorno e notte, di nascita e morte. Ed anche il percorso di crescita, la resurrezione, l’immortalità del movimento, i rapporti con il mondo circostante, la buona fortuna intesa come attitudine ad attrarre ciò che ci è intorno.

Costituiti da animali, vegetali ed esseri umani, oppure da linee creanti figure simil-geometriche, i nodi celtici sono, in altri termini,  simboli adoperati per esprimere i vari stadi dell’esistenza. E le linee dei nodi stessi simboleggiano spesso lo scorrere dell’energia divina nelle varie forme di vita, una vita che non ha un principio né una fine.