Anuket, conosciuta anche come Anuqet, Anaka o Anukis, è una divinità appartenente al pantheon dell’Antico Egitto. Gli egizi, oltre ad essere politeisti, veneravano un gran quantitativo di dei che rappresentavano le forze che rendevano (e rendono possibili tutt’ora) la vita. Le rappresentazioni come esseri antropomorfi altro non sono che tentativi di rendere intuitivo il complesso sistema di leggi che regolano la vita, di razionalizzarlo e renderlo logico per tutto il popolo. La loro cultura era molto più evoluta di quanto ci si possa aspettare.
Anuket, infatti, è la Dea del Nilo, figura importantissima perché da esso derivava la fertilità del territorio egizio. Le piene del Nilo, fin dalla preistoria, rendevano i terreni coltivabili, perfetti per insediarsi e vivere una vita pacifica e serena sulle sue sponde. Per questo motivo il fiume fu divinizzato, tanto da attribuire un nome specifico al periodo di piena “positiva” cioè quello in cui il fiume straripava al punto giusto rilasciando il limo nel terreno.
Anuket, la Dea del Nilo
La genealogia egiziana la vede come sorella e figlia di Satet, dea con la corona dell’Alto Egitto e con le corna di gazzella, e figlia-moglie anche del dio Khnum, rappresentato con il volto di ariete. Queste tre divinità, tutte legate al Nilo, formano la Triade di Elefantina. Inizialmente, però, Anuket era considerata figlia del dio sole Ra. Nel tempo questa convinzione venne modificata e completamente abbandonata.
Essa veniva appellata anche come “La padrona degli Dei”, “La signora del cielo”, “Colei che abbraccia” e “Colei che circonda”. Gli ultimi due nomi, probabilmente, sono in riferimento alle piene del Nilo che raggiungevano ogni punto e “abbracciavano” simbolicamente il terreno.
La Triade di Elefantina
Nella religione egizia una triade è costituita da una famiglia di tre divinità che vengono venerate nello stesso luogo. Questo metodo, istituito dalla classe clericale egiziana, serviva per rendere più concrete le divinità al popolo. La Triade di Elefantina, oltre ad essere venerata nell’omonima città, era adorata anche ad Esna dove però Anuket era sostituita dalla dea Neith.
Il Nilo per gli Egizi
Come abbiamo affermato prima il Nilo era il fulcro della vita egizia, il motivo per cui la popolazione prosperava e si era sviluppata una grandiosa ed evoluta civiltà.
Dal un punto di vista più mitologico le piene del Nilo, quelle che lo rendevano benevolo e non distruttivo, dipendevano dall’eiaculazione del dio Atum. Per questo motivo Satet, letteralmente, significa eiaculazione.
Raffigurazione di Anuket
Solitamente le dea veniva raffigurata come una donna con un grosso copricapo di piume o di canne, con in mano lo scettro e il simbolo ankh. Essendo la dea del Nilo il simbolo anhk rappresentava l’equilibrio e le forze del Cosmo, regolatrici della vita che scorreva lungo le acque del fiume.
Un’altra rappresentazione, per quanto meno frequente, è quella della gazzella simbolo molto positivo se associato all’acqua e non alle zone desertiche. Un altro motivo per cui fu adottata la gazzella è che Anuket era anche la dea della caccia e della prosperità.
Riti per la dea
Il culto di Anuket si svolgeva principalmente ad Elefantina ed era costituito da una processione durante il primo mese di Shemu. La cerimonia aveva inizio quando il fiume era in procinto di straripare per la sua piena annuale e veniva chiamato, appunto, Festival di Anuket. Durante le celebrazioni le persone lanciavano monete, gioielli ed oro nel fiume, oggetti che simboleggiavano la riconoscenza per la ricchezza fornita dalla dea. In questo modo Anuket, sentendosi lusingata dai doni ricevuti, sarebbe tornata a fare visita anche l’anno successivo.
Inoltre in suo onore venne edificato un tempio nell’Isola di Sehel, un altro posto dove la dea veniva venerata ed idolatrata.
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