La cultura giapponese si presenta, agli occhi di noi occidentali, estremamente varia e sorprendente. Molte, infatti, sono le usanze di questo antico paese e altrettanti sono i rituali. La cultura popolare oltre ai noti manga, agli anime e alle innumerevoli storie di spettri e fantasmi, è ricca di simbologia.
Molto noti, in questo senso, sono alcuni animali come le farfalle o le carpe, e numerosi alberi come il ciliegio. Questi potenti simboli, insieme a molti altri, nascondono importanti significati. Non a caso, infatti, si prestano a diventare tatuaggi famosi in tutto il mondo.
Oggi, in questo articolo, analizzeremo la cultura giapponese e scopriremo alcuni dei suoi più importanti e maestosi simboli.
Excursus: un po’ di storia del Giappone
La cultura giapponese, nel corso del tempo, ha subíto grandi variazioni ibridandosi con le restanti culture asiatiche, con quella americana e con quella europea. Fino al periodo Edo, infatti, il Giappone era rimasto per lungo tempo isolato, consolidando le proprie usanze e non avendo contatti con l’esterno che potessero modificarle. Dopo, invece, si verificò un evento che avrebbe segnato per sempre la cultura giapponese: numerose migrazioni di popoli provenienti dal Pacifico introdussero all’interno del paese molti elementi della cultura cinese.
Per queste ragioni, oggi, oltre alle infulenze ancora più esterne come quelle europee e americane, la cultura giapponese è molto simile a quella cinese e numerosi simboli sono identici.
Simboli tipici del Giappone
Il cane procione Tanuki
Tanuki è una creatura folkloristica giapponese con le sembianze di un cane procione, una specie animale asiatica appartenente alla famiglia dei canidi (anche se l’aspetto suggerirebbe di più un’appartenenza alla famiglia dei procioni).
Questo personaggio fa parte della mitologia gipponese fin dai tempi antichi e da sempre si ritiene che esso possieda particolari capacità sovrannaturali. Il carattere di questo personaggio mitologico è scherzoso e malizioso, spesso distratto. Altre caratteristiche che lo contraddistinguono sono la capacità di cambiare forma e di travestirsi.
Le sue rappresentazioni sono varie e molto particolari: spesso è raffigurato con enormi testicoli appoggiati sulla spalla a mo’ di sacco oppure con una grossa pancia che utilizza come un tamburo.Altri tratti caratteristici sono la bottiglia di sake in mano e grandi cappelli sulla testa.
Le storie su questo personaggio sono estremamente varie: alcuni raccontano dell’ingenuità di questa creatura, altre che essa sia pericolosa. Una delle storie più sinistre narra la vicenda di una vecchia uccisa dal Tanuki e data in pasto all’ignaro marito sotto forma di zuppa.
Solitamente il Tanuki viene utilizzato per rappresentare gli imbroglioni e i ladri, infatti esso, grazie alla sua capacità di mutare forma in qualsiasi cosa desideri, inganna spesso le persone che ha intorno. Al giorno d’oggi molte statuette di questo bizzarro personaggio vengono posizionate fuori dalle attività commerciali per attirare i clienti.
Il gatto portafortuna Maneki Neko
Sarà capitato a tutti di vedere in qualche esercizio commerciale questo simpatico gattino con il braccio alzato, spesso ondeggiante. Questo particolare simbolo è conosciuto con il nome di Maneki Meko, letteralmente “Il gatto che chiama”. Esso è un portafortuna giapponese spesso raffigurato sotto forma di statuetta di ceramica o porcellana.
Le sue origini sono incerte ed attribuite al periodo Edo. Una delle più famose leggende su Maneki Meko narra che un personaggio illustre (a volte un guerriero, altre un imperatore in base alle versioni) fosse passato vicino ad un gatto e che esso lo avesse salutato con una zampa. Il personaggio illustre, allora, incuriosito, decise di avvicinarsi al gatto modificando il suo percorso. Prendendo questa decisione si narra che abbia evitato di cadere in una trappola. Da qui, dunque, pare esser nata la convinzione che Maneki Neko porti fortuna.
Esistono numerose altre leggende sul Maneki Neko, ecco le tre più importanti:
1- La prima narra di un’anziana signora molto povera, costretta a vendere il proprio gatto per racimolare qualche soldo. Secondo la storia il povero gatto venduto le apparve in sogno dicendole di creare una statuetta che lo raffigurasse. La signora, allora, decise di fare ciò che il gatto le aveva ordinato. Nel giro di poco tempo trovò un compratore e, costrundo molte altre statue del gatto, riuscì ad arricchisi.
2- La seconda leggenda, invece, narra le vicende di una prostituta che possedeva un gatto. Una notte il gatto, tirandole il kimono fece un po’ troppo rumore, attirando l’attenzione del proprietario del bordello. Egli, stufo del gatto che non si fermava, decise di tagliargli la testa che, colpendo il soffitto, uccise un serpente pronto ad attaccare. La prostituta, triste per la morte dell’animale, ricevette in dono da un cliente una statuetta raffigurante il suo gatto.
3- La terza ed ultima leggenda narra di un feudatario che si stava riparando da un temporale ai piedi di un albero. Ad un certo punto egli vide un gatto (appartenuto al monaco) che lo chiamava a sè. Il feudatario, allora, decise di seguirlo, allontanandosi dall’albero. Appena se ne fu andato dal suo riparo, a causa di un fulmine, l’albero prese fuoco. Scampato alla tragedia il feudatario fece amicizia con il monaco portando ricchezza e splendore nel tempio. Il gatto, una volta morto per cause naturali, sarebbe diventato il famoso Maneki Meko.
Ancora oggi questo gatto viene utilizzato come portafortuna e si ritiene che abbia capacità di attirare “fortune diverse” in base al colore.
Le bambole Kokeshi
Esse sono bambole tradizionali in legno realizzate solitamente a mano. La loro struttura è piuttosto semplice: un corpo cilindrico, una testa sferica con pochi tratti stilizzati per rappresentare il viso, delle decorazioni sul corpo e l’assenza di braccia e gambe.
Questo particolare tipo di bambola, inoltre, ispirerà le matrioske russe. Anche in questo caso la loro prima creazione e diffusione corrisponde al periodo Edo e si ritiene che esse proteggano dalla sfortuna e che siano un ottimo dono da fare a persone speciali.
Esistono due tipi di bambole:
- Quelle tradizionali che imitano le bambole antiche e che sono basate sulla struttura riportata in precedenza
- Quelle “creative”, realizzate in maniera più moderna, con il corpo più tondo e decorazioni più appariscenti.
Animali e piante simboliche
Farfalla: rappresenta il percorso spirituale, il ciclo della vita e della morte oltre, naturalmente, alla trasformazione e al cambiamento. I giapponesi ritengono che le farlalle rappresentino anche le anime dei defunti e che esse le trasportino nel regno dei morti.
Carpa: è il simbolo del coraggio. Per i giapponesi la carpa è paragonabile ai samurai che non temono il proprio destino. Questo pesce, infatti, non scappa davanti al nemico e non mostra segni di paura.
Drago: rappresenta la forza, il coraggio e la magia. Nella cultura giapponese i draghi sono estremamente importanti e il loro significato simbolico si differenzia in base allo specifico tipo di dragone.
Ciliegio: e in particolare i suoi petali simboleggiano le qualità del samurai: la purezza, la lealtà, l’onestà, il coraggio. Questo albero è legato anche alla tradizione buddista del paese.
Significato dei maggiori simboli dei taguaggi