La cultura Navajo è estremamente complessa e ricca di rituali. Una delle convinzioni maggiormente radicate in questa popolazione di Indiani d’America è che l’armonia del corpo sia strettamente collegata a quella del proprio ambiente.
La medicina tradizionale dei nativi, infatti, comprendeva il trattamento del corpo, della mente e dello spirito. Molto prima di noi essi avevano capito che la mente non è scollegata dal corpo e che per guarire bisogna dedicare la propria attenzione a tutti i fattori che possono concorrere nell’insorgenza di una malattia.
Le pitture nella sabbia
Come avrete capito dall’introduzione dell’articolo le pitture di sabbia erano utilizzate a scopo medico. L’approccio olistico Navajo prevedeva canti, pitture e rituali di purificazione. Cerchiamo di capire meglio come funzionava (e come funziona tutt’ora) la medicina tradizionale.
Il guaritore
Presso queste popolazioni c’era un uomo o una donna che si dedicava completamente alla medicina. Esso era uno sciamano che conosceva tutti i rituali e le funzioni delle erbe mediche. Fra le sue conoscenze c’erano i disegni di sabbia, differenti in base al male che si desiderava curare.
Lo sciamano non si limitava, però, a scoprire e guarire i sintomi della malattia. Esso scavava in profondità per scoprire soprattutto cosa aveva turbato lo spirito dell’uomo e aveva rotto il suo equilibrio. Il suo scopro principale, infatti, era ristabilire l’armonia per far star bene il malato.
Le tecniche
Come abbiamo detto prima esistevano numerose tecniche per guarire le persone. Esse differivano da popolo a popolo ma anche da sciamano a sciamano. I rituali, inoltre, erano “personalizzati” e creati su misura per il malato. Lo sciamano ascoltava la sua storia, si dedicava con interesse al suo passato, ne valutava la salute mentale e il rapporto con gli spiriti.
La medicina tradizionale era strettamente collegata alla magia. Durante i rituali spiriti sovrannaturali invisibili supervisionavano l’operato dello sciamano e consentivano al malato di poter guarire. Un buon rapporto con essi e l’equilibrio con la propria tribù e i propri antenati garantivano un’ottima salute.
I disegni di sabbia
Le pitture venivano realizzate con bellissimi colori provenienti da materiali naturali come pietre e gemme polverizzate, polline o farina di mais. Lo scopo era quello di realizzare una sorta di “microcosmo” raffigurato sul terreno che mostrava l’equilibrio dell’universo e della vita.
Ogni pittura doveva essere realizzata, per quanto complessa, nell’arco di un giorno solo, precisamente dall’alba al tramonto. Essa era collocata, di solito, all’interno dell’Hogan, la casa a otto lati dei Navajo.
Un altro fattore molto importante dei disegni su sabbia è l‘orientamento. I quattro punti cardinali, presso questo popolo, simboleggiano le differenti parti in cui è suddivisa la vita. Ad ogni direzione è anche collegato un colore: al nord corrisponde il bianco e indica la saggezza, al sud il verde che indica la fiducia e l’innocenza, all’est corrisponde il giallo che indica l’illuminazione e all’ovest il nero che simboleggia l’introspezione.
Per realizzarle, in base alla grandezza, potevano volerci anche sei pittori. I disegni infatti, variavano di misura e potevano essere di 5 o 6 metri come di una cinquantina di centimetri.
Una volta che il disegno era giunto al termine il malato poteva entrare nella stanza, sedersi al suo centro e vivere in prima persona i rituali. Lo sciamano si dedicava ai canti e alle preghiere, invocando gli spiriti e seguendo le procedure.
Quanto tutto era finito la pittura veniva distrutta, raccolta e portata verso est per essere abbandonata nel deserto.
I nativi americani oggi
I Navajo oggi si sottopongono ancora a questo genere di cure. Alcuni le accompagnano alla medicina tradizionale, altri si fidano esclusivamente di questi metodi. Gli sciamani continuano a praticare il loro mestiere e i pittori affinano la tecnica insegnando le proprie conoscenze alle generazioni successive.
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