La rosa, un fiore dalla simbologia assai complessa
Originaria dell’Europa e dell’Asia, la rosa appartiene alla famiglia delle Rosaceae e può raggiungere diversi metri d’altezza. Il suo nome, secondo alcuni, deriverebbe dal sanscrito vrad o vrod, che vuol dire “flessibile”, secondo altri, invece, trarrebbe origine dal celtico rhood o rhuud, che significa “rosso”.
Classico fiore da donare, in particolare in determinate e specifiche ricorrenze, come ad esempio la Festa di San Valentino, la rosa è da secoli simbolo di amore, ammirazione, devozione, bellezza e perfezione. Ma è anche ricollegata al segreto ed allo svelare delicatamente. Da sottolineare, al riguardo, che il termine “sub rosa” vuol dire “sotto la rosa”, chiaro rimando alla pratica romana di riporre rose sopra i tavoli in occasione delle riunioni precedenti le impiccagioni: ogni conversazione tenuta a questi tavoli sarebbe dovuta rimanere segreta perché era vietato riportarla in altri ambiti, e contravvenire a questa regola avrebbe comportato l’impiccagione.
La simbologia legata alla rosa, tuttavia, è al contempo ambivalente, potendo la rosa rappresentare perfezione celeste e passione terrena, tempo ed eternità, vita e morte, fecondità e castità. Ciò è strettamente connesso non solo all’epoca di riferimento, ma anche al colore assunto di volta in volta da questo fiore. Una rosa gialla, infatti, indica gelosia, protezione contro gli amanti invidiosi, amore maturo; una bianca, purezza e santità; una rosa rossa passione, amore immortale, ma anche sacrificio; una rosa di colore rosa, infine, simboleggia il primo amore, innocenza e guarigione.
Anche il numero delle rose donate è indice di un diverso significato: così, a titolo esemplificativo, due rose insieme, indipendentemente dal loro colore, significano congiungimento o condivisione; rose rosse e bianche insieme indicano unità, rose rosse e gialle insieme denotano solidarietà.
La rosa nei miti, nelle leggende e nelle religioni
Secondo la superstizione popolare, tipica soprattutto del Medioevo, e poi propagatasi nelle leggende del nostro folclore, la rosa era il fiore preferito dalle streghe, perché adatto a fare del male, probabilmente per la presenza, sul suo stelo, di molte spine. Al tempo stesso, tuttavia, era il fiore amato dalle fate, e da esse adoperato per portare benessere e gioia alle persone buone. La rosa, dunque, quale simbolo, allo stesso tempo, di odio e di amore, nell’ottica della sua ambivalenza, di cui si è poc’anzi accennato.
Da sottolineare, inoltre, che la rosa, forse per la sua struttura a forma rotonda, è sempre stata ritenuta emblema di completezza, rappresentando il mistero della vita, la bellezza, la grazia, la felicità, ma anche la passione, la seduzione, la sensualità. E sempre la forma rotonda, che la assimila ad un cerchio, attribuisce alla rosa un senso di ciclicità, di sistematicità, che tuttavia non è limitato ad una mera periodicità, ma si estende ad un progresso nel tempo, ad un divenire. Da questo punto di vista, quindi, la rosa rappresenta il perdurare della vita umana, da quella terrena a quella in un’altra dimensione, l’aldilà per i credenti, che si compie definitivamente con la resurrezione.
Assurge inoltre a simbolo di silenzio e di riservatezza, ed infatti questo fiore veniva appeso o raffigurato nelle sale di consiglio per indicare riserbo e discrezione. In merito, Papa Adriano VI fece scolpire sui confessionali una rosa a cinque petali, a rappresentare il sacro vincolo della segretezza a cui è tenuto ogni sacerdote nei confronti dei pentiti.
La rosa nella storia
Dalla ricca ed intensa simbologia, la rosa assume nella storia un ruolo di primo piano. Già la cultura classica la identifica come il corrispondente occidentale dell’asiatico fiore del Loto, fiori entrambi connessi per la loro forma alla Ruota, simbolo esoterico assai complesso. E nell’antico Egitto la rosa era il fiore consacrato ad Iside, dea della rinascita e personificazione della Natura.
Nel mondo greco e romano, la rosa era legata a divinità olimpiche, in particolare a Venere. Narra la leggenda, difatti, che la dea, puntasi al piedi mentre cercava di salvare il suo amato Adone dalla furia di Marte, avesse perso del sangue, trasformando così in rosse le rose bianche a lei dedicate. Zeus, allora, colpito profondamente dalla sofferenza di Venere, permette ad Adone di vivere quattro mesi nell’Ade, quattro nel mondo dei vivi, ed altri quattro dove avrebbe desiderato. Per tal motivo, la rosa assurge a simbolo dell’amore che vince sulla morte, a simbolo di rinascita.
I romani festeggiavano i Rosalia, legati al culto dei morti, generalmente in un periodo compreso tra l’11 Maggio ed il 15 Luglio: detto evento venne “acquisito” anche dal mondo cristiano, dove la Pentecoste è anche definita “Pasqua delle rose”. Il fiore oggetto di trattazione compariva inoltre nel culto di Dioniso, legato alla convinzione che voleva che agli “ebbri” fosse impedito di rendere noti i propri segreti.
Nel Medioevo, infine, la rosa era attributo esclusivo delle Vergini, le quali indossavano ghirlande di rose bianche, testimonianza della virtù mariana.
La rosa nella cultura cristiana
In virtù della sua bellezza e della sua fragranza, nell’iconografia cristiana la rosa è adoperata per indicare il Paradiso. La rosa bianca, inoltre, denota innocenza, castità e purezza, e indica uno dei modi in cui è rappresentata la Vergine Maria; quella rossa, invece, simboleggia la carità, che se spinta sino ai massimi limiti, può anche condurre al martirio. Al riguardo, si sottolinea una leggenda d’ispirazione cristiana secondo la quale il colore rosso della rosa è stato generato dal sangue di Cristo sulla Croce. Le rose di color rosato sono simbolo del Bambino Gesù, quelle gialle dei Re Magi.
Passione e morte, e gloria e resurrezione, i significati tipici della rosa nell’ambito della religione cristiana, nel loro essere contrastanti formano tuttavia un’inscindibile unità: non è possibile ottenere la resurrezione se non si passa per la morte, e non è possibile raggiungere la gloria se non si “attraversa” la passione.
Nella religione cristiana, infine, la rosa è il fiore che ricorda il Sacro Graal, cioè la coppa, che, in base alla tradizione, è stata utilizzata da Gesù Cristo nell’Ultima Cena.
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