L’ovolo malefico o Amanita muscaria è uno dei funghi o miceti velenosi più appariscenti del bosco: dal suo aspetto apparentemente ed esteticamente simpatico, in realtà, nasconde tutt’altro che qualcosa di divertente e di piacevole. Dal cappello di colore rosso vermiglio e rosso brillante cosparso di macchioline bianche o gialle, si distingue facilmente nei boschi per il notevole cappello e per il lungo gambo carnoso, cilindrico e slanciato.

L’Amanita muscaria nelle credenze e culture popolari

Testimonianze storiche pervenute ad oggi sotto forma di manufatti e pitture murali, testimoniano che le proprietà psicotrope di questo enorme micete erano conosciute sin dai tempi antichissimi. Nel deserto del Sahara risalenti al Paleolitico (9000-7000 a.C.) sono state rinvenute grotte con raffigurazioni di Amanita muscaria e che tale fungo venisse utilizzato per riti religiosi in tutto il mondo.

L’effetto neurotropico dell’Amanita Muscaria è sempre stato utilizzato come stimolante o psichedelico sia nella cultura europea che in quella nipponica. Samuel Ödmann sostenne che la furia combattiva di berserker e Úlfheðnar era probabilmente indotta dall’assunzione di piccole quantità di questo micete ma le fonti storiche contemporanee non ne fanno menzione in merito.

L‘amanita muscaria ha collegamenti con le tradizioni e le festività natalizie, in particolare con lo stesso albero di Natale. Questi enormi miceti dal cappello rosso fuoco sono considerati “oggetti misteriosi“, che non possiedono radici, e nemmeno la clorofilla che consente al regno delle piante, in genere, l’assimilazione del carbonio contenuto nell’anidride carbonica dell’atmosfera. Queste caratteristiche botaniche dell’Amanita muscaria hanno attratto, da sempre, la fantasia delle popolazioni sciamaniche della Siberia.

Sciamani ed amanita muscaria: Natale, festività dal gusto pagano

La popolazione nomade degli sciamani siberiani hanno lasciato come testimonianze, giunte fino a noi, incisioni preistoriche e racconti mitologici divenuti credenze popolari, tramandati di generazione in generazione e rimasti immutati nel tempo e nei millenni. La tradizione degli sciamani siberiani vuole che le stesse popolazioni nomadi utilizzassero il micete dell’Amanita muscaria in occasioni speciali ed eventi cerimoniale o in occasione di festività. Come detto il micete, se messo a bollire nell’acqua, è un valido surrogato delle sostanze stupefacenti che aiutano ad attenuare la coscienza e per mettersi in contatto con gli spiriti ed il Regno dei morti.

Gli sciamani siberiani sono esseri prescelti che entrano nella sfera del sacro e di ultraterreno per compiere un viaggio ignoto e dell’irrazionale. La consacrazione avviene tramite una cerimonia di iniziazione e di purificazione: di grande pregio è i il costume impregnato di forze spirituali, preparato con pelle di renna, completato da un cappello. Oltre a tutti i preparativi, durante il rito, gli sciamani bevevano l’urina di chi aveva usato il fungo per più volte al fine di prolungare gli effetti inebrianti e psichedelici.

In una di queste visioni trascendentali indotte dal fungo amanita muscaria, gli sciamani siberici  entravano in contatto con diverse figure e parvenze antropomorfe che li conducevano in viaggi ultra terreno e nel regno degli spiritelli. Si trattava di riti pagani dalla tradizione tutt’altro che cristiana: gli sciamani entravano nelle porte ultraterrene attraverso un’apertura realizzata nel tetto delle abitazioni, da cui calavano e consegnavano doni, i funghi volanti, le amanite dall’enorme cappello rosso e bianco.

Ecco qui la leggenda di Babbo Natale che si cala dai tetti delle abitazioni per portare i doni in grandi sacchi, i colori rosso e bianco tipici delle festività natalizie rappresentati dal cappello dell’Amanita muscaria. Gli sciamani, inoltre, erano soliti celebrare questi riti sacri e pagani nel periodo del solstizio invernale, in particolare, nel mese di Dicembre, il mese del Bianco Natale.

Da questa credenza e leggenda dal gusto pagano, molti studiosi del calibro di John Rush, antropologo e docente presso il Sierra College di Rocklin, ritengono che le origini della festività del Natale e delle tipiche tonalità cromatiche del rosso e bianco siano da ricollegarsi ai riti sacri degli sciamani della Siberia.