La moschea, il rinomato luogo di preghiera della religione islamica, altro non è che una riproduzione più o meno fedele dell’originaria casa di Maometto, il messia. Il nome originale di questa struttura è “masjid” (il lingua araba), trasformato nel corso del tempo in “mezquita” dagli spagnoli e giunto fino a noi come moschea o meschita.
La parola araba, di per sé, indicava il luogo dove si compiono le sujud, ovvero gli atti di prostrazione a Dio in cui le mani, la fronte, il naso e le ginocchia di tutti coloro che pregano, toccano contemporaneamente il terreno.
La struttura delle moschee comuni
Il minareto
Come abbiamo detto in precedenza, ogni moschea riproduce su scala molto più ampia la casa araba con cortile abitata da Maometto. Esse sono composte dal minareto, ovvero la torre presente in quasi tutte le moschee, da cui il muezzin invita i fedeli alla preghiera obbligatoria per cinque volte al giorno.
Ci spieghiamo meglio: nella parte più alta della torre, cioè quella visibile anche da molta distanza, un particolare incaricato parla con il microfono a tutta la città, attraverso delle specifiche formule, per far sì che tutti si possano ricordare del momento della preghiera. Oggi, tuttavia, non sempre c’è un muezzin in carne ed ossa che assolve il suo compito. Spesso ci sono degli amplificatori che, tramite una voce registrata, adempiono a questa funzione. Nel caso di persone sorde o troppo distanti per sentire la voce o la registrazione, vengono stesi dei panni bianchi nel punto più alto.
La simbologia del minareto
Da un punto di vista simbolico, il minareto rappresenta l’unicità di Dio. La torre, chiamata anche “faro” dalla traduzione della parola araba “Manar”, si erge solitaria verso l’alto, raggiungendo altezze estreme e somigliando a qualcosa di unico ed irripetibile. Da qui l’idea che simboleggi l’unicità di Allah, il solo Dio di tutti i musulmani. La luce metallica che emana, inoltre, è interpretata come un segno mandato da Dio per illuminare tutti i suoi fedeli. Allah, per i credenti, è amore, luce e parola; esattamente come lo è il minareto.
Una piccola minoranza di musulmani, inoltre, vede una certa somiglianza tra la forma della torre e la lettera Alif, la prima presente nel nome di Allah.
Il mihrab e il pulpito
Un altro componente delle moschee è il mihrab, un abside o una nicchia che indica da quale parte essere rivolti durante la preghiera (cioè da quale parte è La Mecca). Nel caso delle moschee più modeste può essere anche solo disegnato, così come può essere solo un oggetto nel caso di preghiere all’aperto o in casa.
Il pulpito, invece, è presente solo in alcune moschee perchè non sempre è essenziale. Dall’alto della sua posizione l’Imam (un uomo con vaste conoscenze religiose) pronuncia la Khutba, cioè un’allocuzione non obbligatoriamente estratta dal Corano, a tutti i fedeli presenti all’interno della moschea.
Altre curiostià
Il luogo di culto deve essere sempre pulito per garantire a tutti i fedeli la corretta purificazione della propria anima, cosa non possibile in presenza di sporcizia. Per questo motivo molto spesso davanti alle moschee sono presenti delle fontane per lavarsi e pulirsi prima di pregare.
Una caratteristica comune a tutte le moschee è la mancanza di raffigurazioni di uomini o di animali. Questo pratica è altamente osteggiata dall’Islam. Le decorazioni sono normalmente geometriche oppure a motivi floreali. Quando non sono presenti queste due versioni di decoro, potrebbero esserci brani tratti dal Corano e trascritti sulla moschea, diventandone la decorazione. Inoltre è severamente vietata la riproduzione del Dio Allah e quella di Maometto (nonostante quest’ultima non sia espressamente vietata dal Corano).
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