L’attrazione che, nei secoli, ha suscitato il simbolo dell’Ankh, anche conosciuto con il nome di Croce egizia, ha portato tale segno a restare vivo, ancora oggi, nell’immaginario collettivo. Su cosa significhi in realtà, però, si sprecano mille speculazioni, spesso con un accostamento al cristianesimo che però è in realtà arrivato millenni dopo la prima apparizione dell’Ankh; la sua nascita la si deve infatti alle antiche popolazioni egizie, come ben testimoniano i documenti storici su cui questo appare.
Il simbolo Ankh cosa raffigura?
La diffusione del simbolo dell’Ankh in Europa è stata, nei secoli, continua, tanto che, ancora oggi, non è raro vedere in giro tatuaggi raffiguranti la croce egizia anche sul corpo dei più giovani. Prima di decidere se fare o meno un tatuaggio dell’Ankh, è bene fare un salto indietro nel tempo alla ricerca del vero significato della croce, spesso impropriamente accostato al più moderno cristianesimo ma che, invece, si lega ad interpretazioni più elevate.
Secondo alcune interpretazioni, il simbolo dell’Ankh sarebbe una versione alternativa della raffigurazione dell’Albero della vita. Vero è che il simbolo egizio rappresenta la vita stessa, facendo proprio il disegno del sole che tocca l’orizzonte e che diventa chiave di rinascita. Nel cerchio superiore possiamo infatti trovare la rappresentazione stilizzata della nostra stella, che “bacia” la linea sottostante tesa a rappresentare l’orizzonte della terra, unendosi a questa. La croce egizia assume dunque anche il nome di Croce della vita; la simbologia di cui si carica è infatti intesa come matrice della vita stessa, dove il sole carica la terra di energia e permette al tutto di esistere.
A ben guardarlo, il simbolo dell’Ankh ha anche una vaga somiglianza con una chiave; un portale aperto quello presente nel cerchio sovrastante, a disegno del sole che diventa punto di accesso per mondi paralleli, o diversi stati di coscienza. Un simbolo di contatto con l’elevato, con l’aldilà, frequentemente ritrovato non solo nell’iconografia delle divinità egizie ma anche nelle tombe del tempo, a raffigurare, o forse augurare, una chiave per l’immortalità
Tatuaggio Ankh: quando tatuarsi la croce egizia?
Alla luce di quanto appena detto, è facile trovare una chiave personale di interpretazione per il simbolo dell’Ankh, La croce egizia è spesso richiesta ai tatuatori per via del fascino intrinseco che esprime, ma anche per la profonda simbologia di cui si fa portavoce.
Il tatuaggio dell’Ankh può dunque fungere da strumento grafico esplicito per comunicare al mondo la propria voglia di cambiamento e rinascita, spesso interiore, a volte legata ad una nuova spiritualità ritrovata o più aperta concezione di vita. Tramite la croce egizia anche noi, come l’antico popolo del nord Africa, possiamo ricercare, nel nostro piccolo, la nostra oasi di immortalità in cui rifugiarci, o attraverso cui lasciare la nostra testimonianza di vita.
Nei momenti cruciali della nostra vita, quando decidiamo di voltare pagina e ribaltare tutto, qualunque siano i motivi della nostra scelta, optare per un tatuaggio della croce egizia può dunque essere un perfetto suggellamento del nuovo essere che ci appartiene. Un doppio, grande potere, maschile e femminile, terra e sole, da cui trarre energia per appropriarci quella parvenza di immortalità secondo cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto muta assumendo nuove forme e nuovi stati.
Vediamo dunque una carrellata di tatuaggi dell’Ankh da cui trarre spunto per realizzare il nostro.
Significato dei maggiori simboli dei taguaggi